CORREZIONE CAPEZZOLO INTROFLESSO


DEFINIZIONE
Si intende la condizione in cui i capezzoli non sono sporgenti sul piano dell’areola ma piatti o addirittura introflessi. 

CLASSIFICAZIONE
Questa condizione può essere monolaterale o bilaterale. Congenita (presente dallo sviluppo del seno durante la pubertà) o acquisita. L’introflessione può essere reversibile o permanente, a seconda se il capezzolo fuoriesce o no alla stimolazione manuale o alle variazioni di temperatura.

TUMORE DELLA MAMMELLA (Caso.3)
Le forme acquisite, comparse in età matura, devono far sempre sospettare la presenza di un tumore sottostante, causa della retrazione. Altre volte, invece, possono essere conseguenza di mastiti non tumorali.

CAUSE
Il capezzolo introflesso congenito dipende dalla presenza costituzionale di dotti galattofori troppo brevi, che come un corda, trazionano in dentro il capezzolo.

TRATTAMENTI NON CHIRURGICI
La correzione delle forme meno gravi, può essere eseguita tramite manovre di stretching locale ripetute, trazione tramite piercing o sistemi di suzione progettati ad hoc (Fig.1).

TRATTAMENTI CHIRURGICI (Caso 1)
La correzione chirurgica è indicata nelle forme di introflessione più severe, quelle permanenti. Le tecniche di correzione sono numerose, tuttavia nessuna può prescindere dalla resezione dei dotti galattofori troppo corti. Si tratta di interventi in anestesia locale che prevedono piccole incisioni, al margine dell’areola, alla base o lungo il capezzolo. Si eseguono in anestesia locale con o senza sedazione. Successivamente all'intervento, dovranno essere posizionate delle medicazioni specifiche, alte qualche centimetro, per evitare lo schiacciamento del capezzolo al di sotto degli indumenti. Queste dovranno essere mantenute per circa 1 mese.

ALLATTAMENTO
Dopo la resezione dei dotti galattofori l’allattamento non è più possibile. Tuttavia bisogna considerare che l'allattamento al seno, probabilmente, non sarebbe stato comunque possibile. Il neonato, infatti, ha bisogno di un capezzolo sufficientemente sporgente per una suzione efficace. Di contro, con il capezzolo introflesso, è possibile l’allattamento materno indiretto, tramite l’ausilio di tiralatte e biberon. L’intervento chirurgico, invece, preclude anche quest’ultima possibilità.

MASTOPLASTICA ADDITIVA (Caso 2)
L’impianto di una protesi mammaria, spingendo la ghiandola verso la cute, può ridurre o risolvere l’introflessione dei capezzoli. Ovviamente l’entità della correzione dipende dalla gravità della introflessione, dalla dimensione della protesi e dalla tensione cutanea che essa produce. In questo caso verrebbe ripristinata anche la possibilità dell’allattamento al seno.


INTERVENTO: 
CORREZIONE CAPEZZOLO INTROFLESSO
INDICAZIONE: 
introflessione permanente

DURATA INTERVENTO: 
1 ora
RICOVERO:
ambulatoriale
ANESTESIA: 
locale con eventuale sedazione
TEMPI DI RECUPERO:
 immediati
RISULTATI VISIBILI: 
stabili 1 mese, definitivi 6 mesi
NOTA:
impedisce allattamento materno, anche con tiralatte

CASO 1

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Correzione diretta con intervento chirurgico

CASO 2

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Correzione indiretta mediante protesi mammarie

CASO 3

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Carcinoma mammario retro-areolare

Fig. 1

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Kit trattamento non chirurgico a pressione negativa

Dott. Francesco De Vita
Medico Chirurgo specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva e Estetica

 

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